Crisi e PMI: le domande delle aziende. Tra variabili e fattori di incertezza ecco come capire quali sono le aree di intervento su cui agire subito - Coesio & Partners

Crisi e PMI: le domande delle aziende. Tra variabili e fattori di incertezza ecco come capire quali sono le aree di intervento su cui agire subito.


Dall’esperienza nella gestione delle 
crisi precedenti sappiamo che:

  • il rischio più sottovalutato nelle crisi è l’inerzia (c.d. “management bias”): le imprese che dimostrano grande difficoltà di ripresa dopo la crisi sono proprio le stesse che non hanno saputo adattarsi ai cambiamenti indotti dalla crisi, basandosi sul fatto che quest’ultima fosse un fenomeno solo temporaneo;
  • i cambiamenti strutturali di norma generano anche nuovi bisogni: tuttavia utilizziamo dei nuovi metodi per soddisfare tuttora i vecchi bisogni;
  • la collaborazione con un consulente aziendale può guidare l’impresa attraverso il superamento di molteplici fattori di incertezza che ne condizionano le stime di valore; favorendo un miglioramento dei processi critici che avranno un importante impatto sulla valutazione della piccola e media impresa.

Essendo il fenomeno dell’incertezza connaturato nella gestione aziendale, non può che rappresentare una delle numerose leve (driver) di valore da considerare; dopo aver analizzato con ponderazione l’insieme dell’informativa storica e previsionale a disposizione (analisi fondamentale) dell’azienda coinvolta.

Sinteticamente possono essere delineate tre grandi aree di intervento:

  • i processi di marketing e di vendita;
  • i processi relativi alla logistica e alla produzione;
  • i processi di informazione e controllo.

Per tutte le categorie di processi le variabili con le quali confrontarsi sono tre:

1) il miglioramento dei costi, da realizzare ad esempio attraverso: la semplificazione dei processi; l’incremento dell’efficienza e l’esternalizzazione delle attività che non creano valore.

2) il miglioramento delle qualità, intesa come conformità allo standard desiderato.

3) il miglioramento dei tempi di risposta, ad esempio riducendo le fasi dei processi.

Concludendo, per ogni singola impresa il miglior modo di affrontare le problematiche valutative emerse dal nuovo contesto e di identificare le relative azioni da intraprendere consistono certamente nel porsi alcune domande cruciali, ossia 7 interrogativi alle quali ogni PMI dovrebbe essere in grado di dare risposta, tale che sia capace di determinare il percorso più corretto da seguire:

  1. Le nuove minacce/opportunità indotte dalla crisi favoriscono gli incumbent o i newcomers?
  2. Le nuove traiettorie di sviluppo (digitalizzazione, sostenibilità, ecc.) richiedono nuove competenze?
  3. L’impresa ha di fronte a sé percorsi di investimento alternativi o in competizione fra loro, rispetto ai quali assumere fin d’ora una direzione da imboccare?
  4. I confini del mercato in cui opera l’impresa si stanno modificando? In che modo? Si ampliano o si restringono?
  5. Cambiano le fonti di vantaggio competitivo? Ad es. in molti settori, le economie di scala, che rappresentavano una fonte di vantaggio competitivo, forse sono diventate una fonte di svantaggio?
  6. La rivalità competitiva sarà più o meno intensa nel medio termine, una volta terminata la fase di rimbalzo della domanda nell’immediato post-Covid?
  7. Skill or luck? Chi registra migliori performance nel settore è chi ha più capacità o chi è più fortunato e si è trovato al posto giusto al momento giusto?

 

Molte decisioni valutative rinunciano a svolgere analisi fondamentali, limitandosi a prevedere solo la durata e l’intensità della crisi, quindi ipotizzando solo un pieno recupero delle condizioni ante-Covid e ante-conflitto bellico, come se questi eventi non fossero suscettibili di generare effetti anche nel lungo periodo, a causa anche della discontinuità nel comportamento dei consumatori, della riconfigurazione delle supply chain, della reazione dei concorrenti, dell’ingresso di newcomers, dell’obsolescenza delle fonti di vantaggio competitivo, dell’accelerazione dei trend di settore. Ogni imprenditore infatti dovrà imparare a prevedere il cambiamento e a visualizzare “la nuova normalità” che prenderà forma dopo la crisi, organizzandosi in anticipo con tutte le proprie risorse interne ed esterne per farsi trovare già pronto al futuro.

FONTI:
Ipsoa. Articolo di G. Urti in Finanza del 29/08/22

Coesio & Partners da oltre 20 anni si occupa di consulenza direzionale, finanza aziendale e revisione, offrendo servizi avanzati alle piccole e medie imprese italiane, rafforzando il loro processo decisionale in ogni fase del loro ciclo di vita (crescita, maturità o crisi).

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