E’ in arrivo il Decreto che include la definizione del nuovo Piano Transizione Industria 5.0
Il prossimo decreto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), previsto per uno dei Consigli dei Ministri di febbraio, includerà la definizione del Piano Transizione 5.0 elaborato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT).
Tra le novità introdotte dal Piano, vi è l’istituzione di nuovi crediti d’imposta, finanziati con 6,3 miliardi provenienti dal RepowerEu, volti a incentivare una doppia transizione nei processi produttivi, sia digitale che energetica. Questi incentivi saranno legati a nuovi investimenti effettuati nel periodo 2024-2025, miranti a ridurre i consumi energetici aziendali di almeno il 3%, o del 5% per i processi specifici oggetto degli investimenti.
Come già accennato in questo articolo (leggi qui) investimenti ammissibili dovranno concentrarsi esclusivamente su beni strumentali materiali (come macchinari, robot, magazzini automatizzati) e immateriali (come ad esempio i software) che siano tecnologicamente avanzati e integrabili almeno i nei sistemi di produzione 4.0.
Requisiti per il Credito d’Imposta (Industria 5.0):
Le imprese che realizzano nuovi investimenti nel biennio 2024-2025, finalizzati a ridurre i consumi energetici di almeno il 3% a livello aziendale o il 5% in riferimento al processo produttivo interessato dall’investimento, e riguardanti esclusivamente beni strumentali 4.0 materiali e immateriali tecnologicamente avanzati e interconnessi ai sistemi di fabbrica, possono accedere al credito d’imposta industria 5.0.
Questi sono i requisiti di base per poter far richiesta dell’incentivo 5.0 tanto atteso che, se rispettati, consentono di includere tra i costi agevolabili, a condizione che siano funzionali agli investimenti sopra indicati, anche quelli per:
- L’acquisto di beni necessari per l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia rinnovabile (ad esclusione delle biomasse)
- La formazione in competenze per la transizione ecologica, eseguita da soggetti esterni all’azienda, nel limite massimo del 10% dell’investimento complessivo e di importo massimo di 300.000 euro.
Tutte le aliquote:
Le aliquote saranno legate al risparmio energetico conseguito, che dovrà essere pari almeno al 3% dei consumi totali o al 5% dei consumi dell’intervento di efficientamento, con un tetto massimo di investimenti fissato a 50 milioni di euro.
I dettagli sono stati pubblicati, come indiscrezione, da Il Sole 24 Ore, che riporta uno schema articolato in 9 aliquote determinate dalla classe di efficienza ottenuta con l’investimento (ce ne sono tre) e dall’ammontare dell’investimento. Ecco le aliquote:
Per investimenti fino a 2,5 milioni: Classe I: 35% (20% Industria 4.0 + 15% Industria 5.0) Classe II: 40% (20% Industria 4.0 + 20% Industria 5.0) Classe III: 45% (20% Industria 4.0 + 25% Industria 5.0)
Per investimenti tra 2,5 e 10 milioni Classe I: 15% (10% Industria 4.0 + 5% Industria 5.0) Classe II: 20% (10% Industria 4.0 + 10% Industria 5.0) Classe III: 25% (10% Industria 4.0 + 15% Industria 5.0)
Per investimenti tra 10 e 20 milioni Classe I: 5% (5% Industria 4.0 + 0% Industria 5.0) Classe II: 10% (5% Industria 4.0 + 5% Industria 5.0) Classe III: 15% (5% Industria 4.0 + 10% Industria 5.0)
Per investimenti sopra i 20 milioni Classe I: 5% (solo Industria 5.0) Classe II: 10% (solo Industria 5.0) Classe III: 15% (solo Industria 5.0)
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